Smartworking, homeworking, comunità, parole che aiutano a riflettere "su come l'innovazione interviene sull'organizzazione del lavoro" come ci ha detto pochi giorni fa il leader sindacale intervenuto a un laboratorio che dirigo per un Istituto di Ricerca, sul capitale umano.
C'è come vedete imbarazzo della scelta allora su quale parola della settimana individuare del bene comune.
"Molti hanno lavorato il sabato e la domenica e nelle multinazionali il fuso orario peggiora la situazione".
Così Pierparolo Bombardieri, segretario generale della UIL, durante il terzo incontro del Laboratorio Eurispes sul capitale umano dal titolo "Smartworking e il futuro delle aziende".
"Quello odierno non è smart working ma home working. I lavoratori hanno lavorato con gli strumenti che avevano a disposizione, personali. Questa è la prima criticità, perché non tutti hanno la stessa possibilità di connessione, questo crea problemi e disuguaglianze".
"Abbiamo operato con un nuovo mondo, quello dello smart working, al quale la pubblica amministrazione non era abituata ed è ancora oggi ben distante. Cosa rimane impresso? Quel momento di incomprensione di quanto succede con i messaggi su WhatsApp. Rimane una trasposizione cruda e spesso indecifrabile. Ci sono settori sensibili della PA che hanno bisogno del bagaglio della persona, dove c'è la qualità che consente di risolvere i problemi atavici nella PA. Dopo un anno ci si lamenta ancora di non poter avere un collegamento VPN". Così Alessandra Zedda, assessore del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale della regione autonoma della Sardegna, durante l'incontro.
"Lo smart working si regge sulla transizione digitale. Se non hai rete e fibra su tutto il territorio non si può. Ci sono molti territori che hanno difficoltà sotto questo profilo. Il sistema infrastrutturale è uno degli argomenti, come quello tecnico. Abbiamo passato per almeno otto mesi l'uso dei computer personali dei dipendenti".
"Stanno prendendo corpo le scelte sui fondi europei 2021 - 27 e la discussione sul Recovery plan. Non possiamo seguire le mode, ma bisogna essere pronti a ragionare su cose nuove. In futuro dobbiamo portare avanti il processo di digitalizzazione e innovazione e questi due strumenti concreti possono dare quella copertura economica necessaria. Ci consentiranno il completamento della rete infrastrutturale già avviata, stiamo facendo un lavoro con le scuole molto importante su questo punto. Tuttavia, occorre fare in modo che il processo di innovazione non sia processo di esclusione". Così Claudio Di Berardino, assessore Lavoro e nuovi diritti, Scuola e Formazione, Politiche per la ricostruzione, Personale della regione Lazio, all'incontro.
L'azienda è un bene comune!
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