Non è infrequente imbattersi, sui social network, dal vivo fuori dalle scuole e i centri sportivi e in tante altre circostanze, in persone che dichiarano di aver preferito spegnere e non riaccendere più. "Telegiornali". "Chiudere" con l'informazione. Testualmente: «da depressione acuta».
Gli imprenditori per ultimo che ritengono scoraggi gli acquisti interni. Veniamo al punto. Non è l'informazione ma il boom implosivo. Il radio giornale, i telegiornali, le prime pagine, i siti, le notizie condivise sui profili dei grandi media, che vengono gestiti da social media seguendo le logiche più becere e attirando su di loro i peggiori epiteti da lettori scoraggiati, delusi che come dai propri genitori non si aspetterebbero scene volgari, pure se poi sono i primi a sapere dove procurarsele, ma di certo non gli occorre provengano anche da loro, così dalle Testate giornalistiche.
Paradossalmente non si capisce che dalla Rai nessuno si aspetta più un profilo che interloquisce alla pancia della casalinga di Voghera, e così sui social network nessuno vuole vedere i gattini postati dai quotidiani.
C'è voglia di qualcuno e di qualcosa che resti altro, alto.
Anche se poi sembra vincere chi è uguale e di un livello basso basso.
Ce ne è voglia, e a questo punto anche un bisogno vitale, viscerale, vero.
In questo è impegnata anche la nostra associazione.
Benedetta Cosmi
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