NaturaSì e NeXt Nuova Economia per Tutti stanno portando avanti da settembre il progetto di open innovation Re-StartUp, dedicato ad alcune aziende fornitrici veronese del Consorzio biologico nazionale.
Grazie al metodo di valutazione NeXt Index, le aziende fornitrici specializzate nell’ambito orticolo, si sono autovalutate e sono state mappate tra le Buone Pratiche dell'associazione nazionale di economia civile e in seguito hanno seguito un percorso di emersione dei propri bisogni specifici, mettendosi a confronto su problematicità legate al settore merceologico e al territorio.
Cosa è emerso?
Tutti gli imprenditori agricoli che hanno affrontato questo percorso, si sono dimostrati molto consapevoli delle proprie criticità aziendali e hanno lavorato attraverso il metodo NeXt di consulenza.
Dapprima hanno compilato il questionario NeXt Index: un sistema di autovalutazione suddiviso in 6 aree di sostenibilità, che emergono in modo semplice e quantitativo la percezione che l'imprenditore e i suoi collaboratori ha delle sue strategie sostenibili a livello ambientale, sociale, territoriale ed economica.
E’ emersa da tutti gli imprenditori un’esigenza molto specifica: la valorizzazione del “giusto prezzo” verso il cliente NaturaSì.
E arriviamo così alla narrazione del contest legato a questo progetto NaturaSì/NeXt.
Grazie alle consulenze svolte con le aziende veronesi e dopo confronto con la dirigenza comunicazione e marketing di NaturaSì, è stata messa a punto una call for ideas nazionale aperta a tutti coloro vogliano misurarsi con la propria creatività e sostenibilità.
In palio un contributo in denaro di 3mila euro al gruppo di lavoro che vorrà costituirsi StartUp innovativa e sostenibile, che potrà poi vedere come primo cliente proprio il Consorzio nazionale NaturaSì.
Un contest avvincente suddiviso in tre fasi: una prima selezione degli abstract delle idee per un massimo di 5 gruppi di lavoro; un periodo di incubazione dei 5 gruppi presso il NeXt HUB di innovazione sostenibile; una fase finale di confronto diretto con gli agricoltori veronesi e un hackathon finale durante il quale mettere a punto la propria proposta progettuale e presentarla a una giuria selezionata da NaturaSì.
Open innovation al servizio di reali sfide
Da troppi anni la percezione dell’offerta professionale in Italia è “sballata” da dati parziali e non veritieri fino in fondo. Il mondo del lavoro versa in una situazione di stallo anche a causa di una scarsa conoscenza reciproca tra chi offre lavoro e chi lo cerca.
L'open innovation, questo approccio aperto a soluzioni esterne su “commissione” di problemi reali lanciati agli innovatori da aziende o altre organizzazioni sul territorio, è una delle più probabili risposte a questa situazione di stallo. NaturaSì ha accettato di sperimentare un approccio diverso nella ricerca di persone giovani e creative, per risolvere un problema emerso da un gruppo di fornitori e condiviso a livello nazionale dal comparto agroalimentare soprattutto biologico e biodinamico.
Innovazione nell’innovazione
L’approccio NeXt alla consulenza aziendale - basato sull’empowerment aziendale inteso come miglioramento continuo - è innovativo sotto molti punti di vista e NaturaSì ha sposato appieno questo approccio.
Creare un metodo di lavoro collaborativo tra fornitori dello stesso settore e territorio; porgere le sfide fino a ora inespresse nella mani di giovani creativi e innovatori di tutto lo Stivale; mappare le buone pratiche aziendali della rete dei fornitori NaturaSì. Sono questi solo alcuni degli aspetti innovativi del percorso Re-StartUp, che già nel suo titolo rende conto di questo aspetto.
Ogni evoluzione aziendale ha bisogno di uno studio, che deve per forza in questo periodo essere smart, veloce, testabile subito. L’approccio lean applicato da NeXt già ai percorsi di pre-incubazione e incubazione di startup di economia civile, si è dimostrato molto efficace anche con aziende che non sono necessariamente più startup, rendendole “nuove aziende” dal punto di vista dell’approccio culturale e professionale.
Gli imprenditori si sono ripensati. Hanno compreso l'importanza di rinnovare anche un settore - come quello agricolo biologico e biodinamico - che di per sé fornisce beni primari e quindi che non dovrebbero aver bisogno di essere raccontati al consumatore.
Ragionando in termini di economia civile, invece, gli imprenditori sono riusciti a entrare nei reali bisogni del consumatore non più di cibarsi per sopravvivere, quanto di vivere bene cibandosi.
Un vero punto di vista innovativo, per settore di mercato di riferimento!
A cura di Next Nuova Economia
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