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Quando una RSA tutela e cura molto bene gli anziani!

Emergenza COVID-19 BEST PRACTICE: come l’Azienda di Servizi alla Persona L. Martelli (RSA) tutela i suoi 97 anziani



Per reagire alle drammatiche cronache dei TG che da giorni ci rendono note vere e proprie stragi di anziani nelle Residente Sanitarie Assististe dalla Lombardia alla Calabria, con procure che indagano, ho sentito il bisogno di reperire notizie più confortanti. E, si sa, nel sistema pubblico ci sono anche strutture in cui si lavora alla cura e al benessere degli anziani con passione e dedizione totale. Cosa fanno di straordinario queste strutture? Massima cura di tutte le esigenze degli anziani, cultura del servizio, etica, responsabilità, coinvolgimento delle persone, comunicazione empatica e uso della tecnologia che fanno la differenza: un modello culturale da replicare anche nella gestione dell’emergenza Corona Virus.


Da quasi tre mesi ormai Daniele Raspini, direttore dell’Asp Martelli di Figline Incisa Valdarno, con i suoi collaboratori e i sanitari, sono impegnati continuativamente a tenere fuori dai cancelli della RSA il Covid-19.


Avete avuto casi di contagi? Come avete affrontato l’emergenza?


Neanche un caso, i nostri 97 ospiti stanno tutti bene. E speriamo di resistere andando avanti così.

Per noi dell’Asp Martelli i principi guida sono: centralità della persona, integrazione, cooperazione.

Ci sono molti aspetti che ci preoccupano da quel 21 Febbraio quando abbiamo appreso la notizia del “Paziente 1” a Codogno.

Per prima cosa mi sento di manifestare la mia vicinanza ai tanti colleghi che in queste settimane hanno lavorato senza sosta per circoscrivere ed evitare la diffusione del virus nelle nostre strutture.

So benissimo cosa significa e credo che le notizie lette sui quotidiani e sentite alla TV non rendono merito al lavoro svolto da tanti operatori nelle nostre residenze. Alla Martelli, con me, lavorano 102 persone. Credo che tutti oggi conoscano il significato di RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale), quei luoghi comunemente chiamati Case di Riposo per Anziani nel termine più comune, ma c’è chi ancora, in maniera dispregiativa, li chiama “Ospizi”. Come se un anziano quanto viene accolto ed assistito perdesse la sua dignità. Dovremmo ripartire proprio da qua. Dal valore della persona e dell’essere umano a qualsiasi età!

Scorrendo il mio diario, torno indietro al 24 Febbraio 2020, ore 7:20, si è tenuto un incontro della nostra “Cabina di Regia” composta dal sottoscritto dal nostro Coach e Coordinatore ASP Martelli, Simone, dalla Coordinatrice infermieristica, Ilaria, dalla Referente attività assistenziali, Romina, dalla nostra Psicologa, Valentina e dalla Responsabile di Commessa della Cooperativa che gestisce in appalto i nostri servizi, Rossella.

Abbiamo iniziato a prendere visione delle ultime normative emanate e si è provveduto a costituire la nostra “Task Force Corona” come riporta il mio diario. Si è iniziato a pianificare una strategia che vedeva coinvolti i medici di medicina generale, il Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione, il Medico del Lavoro e la responsabile del servizio di ristorazione. Al fine di capire da subito quali attività erano “indispensabili”, come gestire gli eventuali ricoveri ospedalieri e approvvigionamenti dei dispositivi sanitari necessari, come comunicare con l’esterno, parenti e visitatori, ecc.

Si sono create le prime liste Broadcasting con Whatsapp web che si sono rivelate molto utili per comunicare tempestivamente con tutti i parenti, familiari e tutti gli operatori.

Questa sicuramente è stata una scelta vincente, che nelle settimane successive ci ha visti ognuno per le proprie competenze portare avanti gli impegni che di volta in volta si modificavano ed aggiornavano in funzione dell’estendersi della Pandemia.

Un’altra scelta importante ma difficile è stata quella inerente alla chiusura della struttura sia alle visite che alle uscite degli assistiti. Noi organizziamo settimanalmente molte uscite con i nostri anziani: al mercato, a mangiare la pizza, ai magazzini, ecc. Ecco, in linea con quanto previsto con il Lock down disposto in tutto il Paese, di punto in bianco abbiamo sospeso tutto. Così come l’accesso da parte dei parenti e di altri visitatori. Tutto questo anche giocando d’anticipo, già dal 25 febbraio, per poi giungere alla chiusura a tutti dal 3 Marzo.

Contestualmente abbiamo elaborato una procedura specifica per la gestione dei potenziali casi Covid-19 andando ad individuare locali e percorsi necessari per evitare il contagio in struttura. Si è subito individuata un’ala del fabbricato denominata pre-Covid con 3 posti letto da utilizzare per eventuali casi di contagio che si sarebbero potuti verificare. Là abbiamo deciso di spostare, a tutela degli altri anziani, i due ospiti dializzati già presenti nella nostra struttura, in quanto dovendo accedere quotidianamente al presidio ospedaliero, potevano essere esposti maggiormente al contagio.

Le notizie che giungevano dai molti colleghi in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna non erano confortanti. Ci hanno indotto a mettere subito in atto un’altra scelta molto importante al fine di rispettare quel distanziamento sociale minimo richiesto, necessario ad evitare la diffusione del virus. Una regola assai difficile da far rispettare in una casa di riposo per anziani pensata ed architettata per la socializzazione e “lo stare insieme”. Ebbene abbiamo deciso di assistere i nostri anziani nei loro alloggi, che hanno tutti i confort. Sono stati sistemati per poter consentire loro di riposare meglio (introducendo poltrone o zone confort) ed arredate con tavolini per consumare i pasti. Ovviamente cercando di mantenerli attivi con la deambulazione assistita singolarmente o per coloro che potevano farlo in autonomia.

Inoltre, ci siamo da subito attivati per reperire i Dispositivi di Protezione Individuale che scarseggiavano. Fortunatamente ne avevamo una piccola scorta che ci ha consentito di poter mettere i nostri operatori nella condizione di non rischiare.

Infine, per comunicare a tutti l’esigenza di rispettare queste nuove regole, senza però drammatizzare, abbiamo progettato e realizzato un video musicale, riscrivendo il testo della canzone di Gabbani “Viceversa”, montando la canzone con immagini dei nostri ospiti e operatori.


https://www.youtube.com/watch?v=R4ffHHk5Yj8


Come siete arrivati a questi standard di servizio? Quali innovazioni organizzative e tecnologiche hanno fatto della vostra struttura un’eccellenza della PA?


Una cosa che sicuramente ci ha agevolato in questi momenti è stata la conoscenza delle nuove tecnologie. Da sempre la Martelli ha nel suo DNA l’innovazione e la tecnologia, così i nostri anziani non hanno avuto difficolta a fare collegamenti Skype o con WhatsApp, perché abituati.

Sicuramente l’utilizzo della LIM, Lavagna Interattiva Multimediale, che solitamente si trova nelle scuole, ci ha aiutato molto perché come è noto i piccoli schermi non sono proprio funzionali per gli anziani. Così grazie alla LIM già da anni abbiamo sperimentato come sviluppare molte attività che hanno portato in giro per il mondo i nostri anziani, senza muoversi dall’ASP Martelli.

Ricordo quando un nostro ospite che da giovane aveva lavorato a Parigi alle Gallerie La Fayette ed attraverso Google Earth lo abbiamo riportato a Parigi. Aveva le lacrime agli occhi per la gioia e l’emozione.

Anche la connessione intergenerazionale ci ha aiutato molto. Abbiamo strutturato progetti nei quali i nostri anziani insegnavano i giochi di un tempo ai bambini delle scuole Elementari e Medie e loro insegnavano ai nonni come giocare alla Wii, al computer e con il tablet.


Qual è stato il proposito che come Direttore l’ha portata a lavorare in questo senso? E quali scelte fondamentali rispetto a quanto accade in altre RSA, vi hanno permesso di diventare una best practice riconosciuta?


Il mio proposito nasce dalla consapevolezza che un giorno anche io potrei trovarmi da solo in una stanza a guardare il soffitto, bisognoso di cure, assistenza e della vicinanza di persone. Di qui la scelta di impegnarmi per cambiare le cose e rendere questa RSA un luogo in cui possa essere piacevole vivere fino a superare i 100 anni.

Uno degli elementi secondo me essenziale è… “l’allenamento”. Si allena il tuo team a cooperare mediante riunioni di condivisione delle informazioni e degli obiettivi e di consultazione sulle soluzioni. Queste pratiche organizzative di coinvolgimento fanno sentire ognuno partecipe e responsabile in tutte le scelte che vengono di volta in volta adottate.

Ogni decisione è multidisciplinare, non è calata dall’alto ma analizzata, discussa, condivisa e attuata.

Questo dà a tutti modo di essere coinvolti e di credere in un progetto comune che vuole garantire la migliore qualità della vita per i nostri anziani all’interno delle nostre residenze.

Per attuare questa scelta organizzativa da ormai molti anni, oltre 10, abbiamo costituito un gruppo di lavoro denominato STO (Strategico Tattico Organizzativo), che si occupa di costruire i piani di miglioramento e di implementazione aziendale che ogni anno realizziamo.

Questo Gruppo, composto da operatori di varie funzioni, all’inizio dell’anno si prende il tempo per costruire questo strumento di lavoro chiamato Piano di Miglioramento dove prendono forma e corpo le idee di tutti. Per darvi una dimensione allo STO 2020 hanno partecipato 23 operatori di tutte le famiglie professionali, dalla Cucina alle Pulizie, passando per il servizio infermieristico, fisioterapico, assistenziale fino alla lavanderia. Nessuno Escluso!! Ciò che fa funzionare il gruppo è l’approccio paritario: ognuno è messo in condizione di portare il suo contributo alla crescita dei nostri servizi.


Ultimo ma non ultimo, il confronto con altre eccellenze nel mondo. Troppo spesso le organizzazioni nel nostro settore danno risposte tardive a nuovi bisogni. E tipicamente questo accade quando senti dire dai tuoi operatori “si è fatto sempre così…perché cambiare?”

Invece l’ASP Martelli è da sempre una struttura aperta al confronto ed allo scambio di buone pratiche, che analizziamo con viaggi all’estero programmati e autofinanziati da ogni componente del Gruppo STO, per alimentare un processo di miglioramento continuo. Questa scelta di investire insieme per realizzare l’obiettivo di costruire una struttura eccellente, ci consente di essere liberi di andare a vedere come in altri continenti, Paesi e latitudini si prendono cura degli anziani e ci ha fornito grandi stimoli per la redazione del Piano di miglioramento continuo. Attività che, come Direttore, ho concordato con il Gruppo di svolgere utilizzando tutti due giorni di ferie.

Forse questa pratica organizzativa che ho proposto per l’aggiornamento e il miglioramento dei servizi ci caratterizza fortemente ed ha portato all’interno della Martelli tante innovazioni.

L’ultimo viaggio lo abbiamo fatto in Norvegia, ma siamo stati a visitare strutture in Canada, in Islanda, in America ed in ogni paese d’Europa.

Credo che i risultati e la qualità dei servizi che oggi siamo in grado di offrire agli anziani e alle loro famiglie siano il frutto di un condensato di molte buone pratiche che abbiamo selezionato e deciso di adottare, proprio grazie allo scambio con molti colleghi stranieri più bravi di noi.



Alessandra Fornaci




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