Una giornata come tante, nel Bronx.
Alvin Irby, maestro di scuola elementare, stava dal barbiere.
Anche un suo alunno stava lì, aspettando il suo turno. Intanto si guardava intorno annoiato e irrequieto, non sapendo come riempire quel tempo di attesa, di vuoto.
Alvin, che evidentemente è un maestro anche quando non è in servizio, in quel momento, vedendo la noia di quel bambino, ha avuto un’idea. Prima che quel “tempo vuoto” venisse riempito dalla tecnologia, come accade sempre più spesso e sempre prima, perché non sfruttarlo per trasmettere ai bambini l’amore per la lettura?
D’altronde, la maggioranza dei bambini neri negli Stati uniti non legge abbastanza. Anzi, spesso i bambini hanno proprio difficoltà nella lettura, non frequentano librerie o biblioteche, hanno bassi risultati a scuola, e minori possibilità di un lavoro soddisfacente da grandi.
Ma questi stessi bambini vengono portati più o meno regolarmente dal barbiere, che svolge quasi una funzione sociale, un punto di riferimento per le comunità.
Allora perché non riempire questi luoghi di possibilità di lettura? Di scaffali colorati e di libri per bambini?
Un’idea semplice, che presto si è trasformata in una vera e propria fondazione: “The Barbershop books”.
E così, grazie alla generosità di molti donatori, Alvin Irby è riuscito a regalare 50.000 libri in ben 24 Stati, e a formare circa 200 barbieri che non si limitano a esporre le piccole librerie nei loro negozi, ma invitano i bambini a prendere i libri, a scegliere quelli che preferiscono, a sfruttare quel tempo per coltivare un interesse.
Un progetto enorme e ambizioso, perché un bambino che legge andrà meglio a scuola, diventerà un adulto che pensa, sarà più consapevole dei suoi diritti, e avrà più possibilità nella vita. E come scriveva Marguerite Yourcenar, “Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire".
A cura della farfalla gentile
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