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Arti Grafiche Castello Spa: quando l'etica diventa innovazione!

Arti Grafiche Castello S.p.A: la tradizione etica diventa innovazione


Non è semplice parlare di Arti Grafiche Castello in poco tempo o spazio. Settant'anni sono moltissimi, un'era geologica se si pensa che il settore di riferimento è quello della comunicazione.


Anche se l'attività risale alla fine dell’Ottocento, Arti Grafiche Castello nasce nel 1952 con Paolo Bini, padre di Massimo e Alfredo, oggi a capo dell'azienda. Al loro fianco Piero, custode della storia aziendale dagli albori e a tutt'oggi esperto consulente commerciale, per alcuni importanti Clienti. Da subito, la storia aziendale è dunque legata strettamente alle storie delle persone, al rispetto delle loro competenze e caratteristiche.


Mentre Massimo e Alfredo erano ancora piccoli - in quella piccola bottega del centro di Viadana (cittadina sul fiume Po, in provincia di Mantova) – a fianco di Paolo c’erano quindi Piero e via via altri collaboratori. Insieme, data la posizione frontale alla Chiesa di Santa Maria in Castello, imprenditore e colleghi decidono di dare il nome alla loro azienda.

Arti Grafiche inizia dalla stampa di biglietti da visita, inviti ai matrimoni e alle sagre di paese, dei primi depliant dei professionisti e delle attività del dopo-guerra mantovano.


Dalla tradizione, l’innovazione

Da allora sono trascorsi molti anni, il cambio di sede, la squadra che cresce, molti i cambiamenti, talvolta epocali. Come l'avvento della grafica digitale o il passaggio dalla fotoincisione manuale a computerizzata.

“Gli ultimi anni dell’attività sono stati i più complessi e anche i più entusiasmanti - racconta Massimo Bini - siamo passati dalla massima produzione degli anni 2000, alle persone massime di questi ultimi anni, svelando in realtà ciò che da sempre portiamo nel cuore della nostra attività, ovvero la centralità della persona, delle idee e del fare della persona e della contaminazione tra persone”.


Dopo mesi di analisi e di duro lavoro di un team ristretto aziendale, nel 2018 è stato presentato a tutti i collaboratori e stakeholder, poi al mercato, il risultato di un complesso riposizionamento strategico che ha portato Arti Grafiche Castello a concentrarsi sulla realizzazione di pregio di cataloghi, volumi editoriali e corporate aziendale e a far nascere la divisione Stampack, che si è specializzata nell’universo del “packaging”, fino a divenire negli ultimi anni l’unica cartotecnica a utilizzare un metodo innovativo, ecologico

e dalla comprovata eccellenza: il Sistema Digitalmix. Grazie a esso e alla divisione Mockapperia è possibile creare, ingegnerizzare, prototipare in forma reale o digitale in 3D e stampare un progetto di cartotecnica, sia esso un packaging, una cartella o un espositore, da 1 ad 1 milione di pezzi, certificabili FSC per la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati o con procedura H.A.C.C.P. per l’idoneità al contatto alimentare.

Tali certificazioni sono in linea coi valori etici dell’azienda, che ne rendono ancor più preziosi e speciali i prodotti. Tra questi valori spicca l’eco-sostenibilità, da cui l’idea degli Origami Pack: nessun punto colla, nessun materiale superfluo, 100% eco-compatibili.


L’importanza delle reti

Partendo dall’intuizione di un’azienda della zona - la Palm S.p.A. di Primo Barzoni - Arti Grafiche Castello ha realizzato il “Gioco della Foresta”: una specie di Gioco dell’Oca, incentrato sul buon uso della materia prima legno e carta, che ha visto coinvolto anche l’Istituto Comprensivo di Viadana. Grazie a questo progetto di rete, la sostenibilità ambientale è diventata parte integrante del programma scolastico delle classi elementari e medie, molto prima che l’educazione civica fosse di nuovo insegnata a scuola.


La narrazione è il centro di ogni progetto

“Indimenticabile è stato il percorso intrapreso con lo scrittore Davide Bregola - continua Bini - importante firma letteraria nazionale e già ghost writer biografico di Margherita Hack e Folco Quilici. Davide ci ha accompagnato in un percorso di consapevolezza di sé, per aiutarci a una nuova apertura mentale adatta ad affrontare un percorso di cambiamenti. Grazie a questo percorso ispirato dall’Odissea - spiega Bini - abbiamo riscoperto e scoperto il lato più profondo di noi, condividendolo con i colleghi”. Da questa narrazione condivisa, tutta l’azienda ha imparato, a raccontarsi a tenere sempre al centro le persone e a prendersi cura dei propri clienti e dei progetti, come fossero i loro.

Dopo questa esperienza e forti della tradizione del calendario, non solo come prodotto richiesto dai clienti, anche come modalità di contatto annuale con i propri clienti e amici, Arti Grafiche Castello dal 2019 ha rinnovato - anche in questo caso - la sua tradizione.

Massimo Bini e il suo staff ha deciso, infatti, di lavorarci gomito a gomito con i suoi collaboratori, primi “clienti” del calendario.

Grazie a questa intuizione, l’impresa tutta è stata coinvolta in un lavoro corale di scelta della carta, delle immagini, della storia che volevano raccontare ed è nato così il primo “calendario-esperimento” di grande pregio: “Il pilota di carta”. Una narrazione che accompagna chiunque appenda questo splendido oggetto alla parete, per tutto l’anno. Una storia che parla di cambiamento, di resilienza e di amore. Un gesto di speranza, nell’anno che avrebbe anticipato l’arrivo della più importante emergenza sanitaria mondiale.

E poi è arrivato il Covid.

E di nuovo Arti Grafiche ha trovato supporto nella narrazione di sé e degli altri.

“Abbiamo ricontattato Davide Bregola e iniziato con lui una serie di incontri digitali. - racconta Massimo -

Spaesati, ci ha raccontato il momento chiuso in casa non come uno spazio vuoto, ma come uno spazio da riempire con nuovi stati d’animo, con nuove letture, ritrovando emozioni che la vita di tutti i giorni aveva annacquato. Abbiamo così creato un Diario Collettivo, da lui titolato “Abitare poeticamente il mondo”, in cui ogni persona annotava ciò che provava in un determinato momento. Il documento, da cui sono scaturite una ventina di pagine, fanno ormai parte del patrimonio aziendale”.


Dall’azienda al territorio: la generatività di Arti Grafiche

Nonostante le difficoltà oggettive, Arti Grafiche Castello ha sostenuto il proprio territorio donando materiali cartacei all’ospedale di Mirandola; l’equivalente di due di lavoro - volontarie da parte dei collaboratori - come donazione al reparto Covid locale; realizzando gratuitamente materiale divulgativo e informativo sull’emergenza sanitaria per la Protezione Civile, l’amministrazione comunale e il Rotary locale; collaborando alla pubblicazione del volume “Dalla finestra” di un gruppo di fotografi amatoriali locali, i cui proventi sono stati devoluti all’Assistenza Pubblica Parma Onlus; creando e organizzando il contest in cui i cittadini della comunità potessero esprimere i propri stati d’animo durante il lockdown tramite l’arte, coinvolgendo l’Amministrazione Comunale, che ha abbracciato l’iniziativa dando vita al “Social Contest #unsorrisoperviadana” attraverso il quale sono state raccolte decine di opere votate da una giuria tecnica e da una popolare, decretando dei voucher da spendere in negozi o attività della città: un esempio di economia circolare.


E infine, questa estate, la partecipazione al Festival Nazionale dell’Economia Civile di Firenze, come ambasciatori dell’Economia Civile. Un’occasione di scambio e di conferma, che tutti quanti, insieme possiamo fare la differenza anche “nel nostro piccolo”, come piace dire a Massimo.

Difficilmente, dai tempi di Olivetti, abbiamo conosciuto imprenditori così appassionati e aperti all’altro, che generano valore non solo con le proprie produzioni: anche e soprattutto con la condivisione e rimettendo al centro di ogni sfida e di ogni innovazione le proprie persone.



A cura di Next Nuova Economia


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