C'è un bel racconto
- chiaratri03
- 27 lug
- Tempo di lettura: 1 min
«Sartre e la de Beauvoir trascorsero molti anni vivendo in hotel economici a Saint-Germain e scrivendo tutti i giorni nei caffè, più che altro perché questi erano posti accessibili ben più caldi delle camere d’albergo non riscaldate. I loro favoriti erano il Café de Flore, Les Deux Magots o il Bar Napoléon, tutti concentrati all’angolo tra Boulevard Saint-Germain e Rue Bonaparte. Il Café de Flore era il migliore, perché talvolta il proprietario li lasciava lavorare in una saletta privata al piano superiore, quando giornalisti impiccioni e passanti diventavano troppo invadenti. Tuttavia, amavano anche la vivacità dei tavoli al piano terra, almeno nei primi tempi: a Sartre piaceva lavorare in spazi pubblici pieni di rumore e molto animati. Lui e la de Beauvoir tenevano banco con amici e colleghi, artisti, scrittori, studenti e amanti; tutti a parlare contemporaneamente e avvolti da scie di fumo di sigaretta e di pipa».
Per fortuna si fuma meno. Ancora troppo, e reputo sottostimati i danni da sigarette elettroniche, come quelle di Bauman con noi. Viva i Caffè "letterari". Interessante la correlazione, però, al tema della povertà.
Che spiega perché a volte si può essere società persino più ricche è più povere contemporaneamente. E viceversa.
Di Benedetta Cosmi.
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