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Citizenship e dialogo

La formazione permanente come bene comune.


Quando ragioniamo su cultura, sport, formazione, passioni e estensione degli orari per coprire le fasce più delicate, mi viene in mente la solitudine che da questo punto di vista dimora il fallimento della cultura, la ritirata. Chi resta fuori, devia.


C'è un legame con la "citizenship", la cittadinanza attiva.


La scuola dell'obbligo ha portato con sé il difetto di non ricordare le ferite del passato. Il privilegio degli studi. Ma ha accresciuto la sensazione di festa di quando la scuola non c'è.


Nei giorni scorsi ho voluto fare questa provocazione culturale.

Le scuole chiuse per le elezioni. Il costo della democrazia sostenuto dalla stessa scuola che è stata più chiusa di ogni altra "industria". A Milano dall'1 pomeriggio al 5.

Se davvero fosse una conquista acquisita e di qualità la dad, avrebbero fatto scuola in dad. O no? È l'edificio a chiudere. Non è assolutamente coinvolto il mondo della scuola. Docenti, studenti. E poi non avevamo imparato che la scuola si fa in gita, si fa al museo, si fa al parco, si fa camminando all'aria aperta e ascoltando un filosofo? Si fa visitando le aziende, di mamma e papà. Ecc ecc.


Non mi pare. A me sembra che si chiude. E basta



Benedetta Cosmi

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