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L’incontro con Maria Giovanna

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Correva l’anno 1979… Era un anno difficile: avevo da poco ricevuto una cocente delusione d’amore, ero molto triste. Mio padre vedendomi così mi disse: “Annamaria vuoi vivere una nuova esperienza? Vuoi conoscere dei ragazzi che non hanno avuto la tua stessa fortuna, ma che hanno degli handicap fisici?”

Ci pensai un po' perché non pensavo di essere all’altezza…poi una vocina interiore mi disse: “Dai provaci! Vedrai che sarà sicuramente qualcosa che arricchirà la tua anima”.


E così un pomeriggio, dopo aver svolto tutti i compiti assegnatimi dai professori, mi recai presso il centro di Neur motulesi. Arrivata in quel luogo vi erano tanti ragazzi che avevano molte difficoltà.

Io incrociai lo sguardo di una ragazza che aveva la mia età: 18 anni. Stava seduta su una sedia a rotelle; mi avvicinai a lei con delicatezza e in modo gentile le chiesi cosa le fosse successo.

Prontamente Maria Giovanna, questo il suo nome, mi disse che era nata così, con una malformazione alle gambe e fin dalla primissima età era stata costretta a diversi interventi per poter migliorare la sua condizione fisica. Diventammo subito amiche; andavo a trovarla quasi ogni pomeriggio. Trascorrevamo qualche ora insieme, parlando dei nostri sogni.


Un giorno le feci una promessa: “Quando prenderò la patente, ti prometto che ti porterò a vedere il mare!” Era il suo sogno.


Trascorse del tempo e finalmente arrivò il grande giorno; feci l’esame di guida e ottenni la patente. Il giorno dopo, con il cuore colmo di felicità, andai da lei.

Quando mi vide con la macchina, i suoi occhi si riempirono di lacrime di gioia, finalmente il suo sogno si stava per avverare.

Mi feci aiutare da suo padre che la prese in braccio e la sistemò sul sedile al mio fianco. Iniziammo il viaggio e ci dirigemmo verso una località di mare, Scoglitti, un delizioso borgo marinaro.


Era una giornata colma di sole e il suo sorriso era così radioso che si rifletteva nel mio. Eravamo felici ed io ero così emozionata! Avevo donato a lei una parte di me, una parte della mia essenza, del mio essere gentile.


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