di Benedetta Cosmi
Se tutto ciò che fai funziona senza problemi, vuol dire che non ti stai assumendo rischi, e quindi non sei innovativo...
La domanda di senso è il vero interrogativo della vita quotidiana (e spesso è muta, e mutata).
Ho affetto per chi l'ha trovata (la risposta) e per chi la cerca. Non riesco ad avere stima per chi l'ha persa, la vera domanda, per strada e si è inebriato di risposte piene di "coloranti", "conservanti", "secondi fini", ne ho forse solo invidia perché si sono liberati di questo cappio: la domanda di senso.
Ho una pronunciata dipendenza per la domanda di senso.
Ha il merito di prevenire ogni senso di colpa, mancando della libertà di colpi di testa, ma come ci si salva dalla sfissiante «domanda di senso»?
Una vita di senso, ne parliamo spesso in uno spazio come questo che parte dalle parole del bene comune.
È diverso dal senso della vita, non trovate?
Un grande ideale ma oggi quale è un grande ideale?
Una vita di senso la cerca il protagonista del film Un mondo a parte, il nuovo film di Riccardo Milani.
Vi posso confidare una piccola cosa imbarazzante.
L'unica idea di scuola che mi interessa è questa che racconta (benissimo, come sempre) il regista.
A me dell' "altra" scuola non me ne importa più niente! Se chiude la scuola di Sperone non è più scuola. Meglio una fabbrica.
Che ce ne deve importare di una scuola che diventa - come qualunque altra cosa in Italia -passerella. Che ce ne importa di fondi Pnrr se non salvano Sperone? A me interessava la scuola perché mi interessava il mondo fuori. Paolo Villaggio nel suo film di 35 anni fa se lo andava a riprendere uno a uno quel mondo fuori.
Oggi, diciamoci la verità, il mondo fuori è molto più stimolante della scuola.
Vale persino per le grandi università statunitensi che vedono infatti abbandoni celebri. I CEO di aziende più importanti del Paese. Letteralmente più importanti.
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