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Le parole che superano le barriere



Ci sono domande che svelano noi. Per questo non le sappiamo fare. «E non aver avuto parole per raccontare», i nostri desideri, come ogni altro aspetto della vita, della notizia, ha conseguenze? Senza parole i nostri giornali non esisterebbero. Senza parole vivremmo di imperfetti slanci. Le parole del bene comune sono questione fondamentale in queste ore in cui si comunicano nuove restrizioni. In questo anno forse abbiamo ritrovato un contatto con le parole. Le parole per me sono massi. Non le uso con leggerezza. Perché le parole non sono solo parole. Mi viene in mente "Sono solo canzonette" di Bennato. Gli uomi e le donne possono fare tante azioni amche istintivamente. Se si vede cadere un oggetto verrà spontaneo gettarsi a raccoglierlo o addirittura un attimo prima a prenderlo. Vale se è una bottiglietta di un altro passeggero in treno o per una penna sul tavolo, un tovagliolo col vento. C'è dell'educazione. C'è però anche qualcosa di più istintivo. Un gesto atletico. Un'attenzione al prossimo. Ecco, le parole invece, attivano prudenza, siamo talmente abituati a frenare le emozioni che il modo migliore è non dare un nome, infatti sappiamo razionalmente descrivere e oggettivare pgni cosa nel minimo dettaglio ma difronte la morte non abbia parole. Le parole del bene comune di questa settimana sono "le parole". Che diamo per scontate, che ci sembrano poca cosa rispetto ai fatti, le parole che quando sono in ritardo creano rimpianti, le parole che dette con leggerezza creano rimorsi, le parole che fanno cadere i muri, il muro di Berlino è caduto quando qualcuno ha detto che gli abitanti dell'est e dell'ovest si potevano ricongiungere non quando il mattone è stato fisicamente picconato. Ovvio che nell'immaginario collettivo abbiamo bisogno di immagini e le parole non bastano a meno che non diventino "lettering", grafia, suono, un bacio.  La politica è fatti ma nessun fatto, nessuna legge, nessun decreto, nessuna Costituzione può vivere senza parole. Certo mi viene in mente il diritto in Inghilterra e penso che non servano tutti i nostri codici. Però le parole servono. Le parole non sono efficaci come un abbraccio, una mano che ci sfiora, un schiaffo, un pugno, ma fanno bene e sanno fare male, a volte facciamo bene a non pronunciarle.  Si può fare qualcosa di cui ci pentiremo e ci pentiremo con le parole. L'affidabile è colui che fa quello che dice. La persona o l'istituzione è trasparente quando dice quello che fa. La politica se facesse tutto quello che dice, di questi tempi, sarebbe un problema.  Il giornalismo se ci racconta tutto quello che la politica dice di voler fare è una montagna di informazioni usa e getta.  Le parole sono importanti diceva un film, in questi giorni Nanni Moretti è stato utilizzato molto come meme per anticipare la questione sulle feste a casa, con massimo sei persone.  Quando la media del pollo tenta di arginare i rischi.  Poi ci sono i mumeri, che non sono il contrario delle parole. Solo in Italia matematica e italiano sono due alternative sulla base delle quali gli studenti scelgono a quale scuola superiore iscriversi.  Il bene comune sarebbe superare queste barricate culturali. Che alimentano l'analfabetismo, l'incomunicabilità, e il paradosso per cui si chiede cultura generale ma non si sa chi se ne prende cura, a che ora, e dove. Generale mai come in questo caso è del tutto privo di indicazioni specifiche.  Generale disinteresse. 










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