Pit stop e altre caratteristiche architettoniche
- benedetta cosmi
- 9 feb
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 10 feb
di Benedetta Cosmi
È una caratteristica architettonica. «Conversation Pit». Una sorta di agorà in un salotto (letterario chissà lo potrebbe divenire, favorito dalle forme). Un abbraccio, circolare, un modo di disporsi (d'animo) intorno agli interlocutori.
È una sorta di boiserie del divano. Mi perdoneranno gli esperti di interni. Eppure in base a come si dispongono i banchi, le sedie, il tavolo, il dialogo cambia, cessa, si stimola, si frena, vi sarà capitato di farci caso. Ci sono i banchi a ferro di cavallo che sono le mie disposizioni preferite, si può trasformare una stanza in un corridoio mettendo tante file o si può essere più orizzontali.
Insomma c'è un'ergonomia del bene comune. Una volta parlai a lungo con un manager di una azienda leader assoluto di mercato nei fast-food e mi raccontò che inizialmente erano volute le scomodità per essere appunto "veloci" ad andar via. Ed era stupito che gli raccontavo come fosse radicalmente cambiato l'uso dei loro punti. Con la Gig economy. In particolare sono diventati il coworking dei rider. Dovrebbe metterlo nel proprio bilancio sociale (paradosso dei tempi, veloci da fare sembrare lenti i luoghi del '900 nati come fast).









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