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Più buona e positiva informazione. Anche in prima pagina!


Se c’è una vera emergenza oggi in Italia è quella informativa ossia il fatto che si legge sempre meno, siamo sommersi da fake news che inquinano ad arte i pozzi dell’informazione; le notizie positive e le buone pratiche sono considerate notizie di serie B e scarti di produzione, l’informazione televisiva è sempre più vecchia, di parte, di partito, troppo urlata e poco approfondita!

Siamo sommersi da troppa informazione inutile, ansiogena, depressiva, inquinata con il paradosso che i quotidiani che costano meno di un caffè e sono ricchi di contenuti, supplementi, speciali, sono in crollo verticale di vendite! Siamo poi sommersi da inutili sondaggi basati su pronunce di cittadini sempre meno informati e consapevoli. I giornali si vendono poco, sempre meno ed in particolare tra i giovani, non perché costano molto – anzi non c’è un prodotto che costi meno in termini di costi/benefici potenziali - ma perché sono visti e percepiti come di scarso valore.

E’ un loop terribile che può davvero strangolare la democrazia e devastare la politica fatta sempre più di selfie, felpe, post, incompetenze ed arroganze.

Per fare solo un esempio quello del primo quotidiano di informazione italiano, il Corriere della Sera, che vendeva ogni giorno in media circa 630.000 copie in edicola nel 2004 a fine 2018 ne vendeva circa 212.000. Facciamo notare che al martedì quando regala il settimanale delle Buone Notizie vende quattro volte in più rispetto agli altri giorni! Non è vero quindi che le buone notizie non fanno notizia ed anche bene al business, anzi!

Una democrazia non può vivere e svilupparsi cosi!

Certo non possiamo noi piccola Associazione Culturale con circa 10.000 follower sulle nostre pagine social cambiare questo status quo ma possiamo sicuramente denunciarlo e fare piccole, grandi cose per cambiarlo.

La prima: lanciare una petizione per fare in modo che il racconto del tanto bene, bello e buono del mondo venga fatto con par condicio di spazi quotidiani nei giornali e nei notiziari. Lo chiamiamo Diritto all’ informazione positiva paritaria e vogliamo che sia almeno del 50% come per le quote rosa.

Molti si rifiutano ormai di leggere i giornali e guardare i TG perché fatti solo e troppo di bad news. La nostra petizione verrà indirizzata in primo luogo verso il Direttore Generale della RAI in quanto servizio pubblico insieme ai Direttori delle principali testate editoriali italiane.

La seconda: a partire dalle Scuole dove operiamo con il TG delle Buone Notizie, promuovere tra i nostri Soci la lettura digitale condivisa di giornali e libri agendo sia sulla leva del prezzo che viene ad abbassarsi di molto che sull’ opportunità di creare dei gruppi di lettura tra i quali scambiarsi anche notizie, pareri, osservazioni, spunti critici etc etc. Con la lettura condivisa, inoltre, una stessa persona potrà permettersi di leggere anche più giornali spendendo meno di quanto spenderebbe oggi leggendone solo uno e potendo leggere opinioni diverse.

Per fare solo un esempio: con la nostra modalità di lettura digitale condivisa dei quotidiani , riservata ai Soci della nostra Associazione, leggere per un anno il Corriere della Sera costa 27€ anziché 108€ e dal secondo anno 45€ anziché 180€ .

Leggere un libro in digitale condiviso, compreso nella nostra Biblioteca Positiva, costerà mediamente un quarto del normale prezzo di copertina dell’e-book.

La terza cosa che possiamo fare e stiamo già facendo è di spingere i media a mettere le buone notizie e le buone pratiche anche in prima pagina, per dare loro molto più valore, risalto ed efficacia. In attesa che lo facciano i media professionali noi lo stiamo facendo avendo creato la testata virtuale Lo Specchio del Mondo che mette in prima pagina solo notizie positive per distinguerci da chi non le mette mai o quasi.

Le nostre sono ovviamente provocazioni ma senza provocazioni positive e pro-positive non si cambia il mondo e non si superano vecchi paradigmi!

Le nostre iniziative e le nostre attività da sole non potranno da sole risolvere il problema che abbiamo sollevato ma come amiamo dire, prendendo a prestito un proverbio africano: se le formiche si mettono insieme possono spostare un elefante e se le persone si organizzano possono cambiare il mondo!

A noi piace provarci! Unisciti a noi!



Il team di The Bright Side 🍏


PS. Il tema delle fake news è per noi un problema di polizia, un problema di terrorismo fatto non con le pistole ma con le parole verso cui non abbiamo evidentemente armi. Pensiamo, però, che la buona informazione serva anche a cacciare e ridimensionare quella cattiva ed inquinata. La buona informazione è quella utile e comprende le notizie positive con quote giornaliere di almeno il 50% !


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