Nei momenti brutti si possono ancora trovare cose belle, basta cercarle.
E un piccolo gesto di gentilezza può illuminare una giornata cupa. Sicuramente la gentilezza di Liem illumina le giornate delle persone che incontra. Liam Kaplan ha solo 13 anni, ma ha già una storia da raccontare: è nato in Vietnam con una grave malformazione alle braccia ed è stato abbandonato. Quando aveva undici mesi però è stato adottato da una famiglia di Seattle, e prestissimo ha rivelato la sua tendenza a occuparsi degli altri. Ad esempio, organizzando raccolte di vestiti usati e collette per i più poveri. Ora ha 13 anni e il mondo è ancora più brutto di prima, ma Liam si è posto il problema di chi sta peggio di lui, ad esempio le tante persone che sono senza casa, che non l’hanno mai avuta, o che si sono ritrovate per strada per le conseguenze economiche della pandemia. Con l’aiuto di sua mamma Nancy, che è un’infermiera e lavora in una casa di riposo, ha fondato un’associazione: “givinghopeproject”, per portare quelli che oggi sono diventati generi di prima necessità, mascherine, gel igienizzanti, sapone, a chi non ha più niente.
Ha messo su un circolo virtuoso di generosità e altruismo, raccogliendo donazioni da singoli, negozi, aziende, per poi distribuire tutto ai poveri. Fino a oggi ha già distribuito 12.000 mascherine, 2000 pasti, 4000 calzini e 2500 confezioni di igienizzante. Ma non si limita solo alle cose materiali. Con sua mamma va a trovare i senzatetto, non solo per portare cose, ma anche per scambiare due parole, per mantenere un rapporto umano, con persone che hanno perso tutto ma sono ancora persone, come noi. Come tutti.
Secondo Liem tutto questo non è per niente difficile:
“Se vedi un problema cerca la soluzione. Chiedi alle persone di che cosa hanno bisogno, e se non ce l’hai chiedi a qualcun altro di aiutarti. Lo possono fare tutti, devi solo avere voglia di fermarti e di chiedere”.
A cura de La Farfalla della Gentilezza profilo Facebook
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