Social Mask: il primo Distretto Diffuso a carattere sociale
L’emergenza Covid-19 ha sicuramente sollevato molte criticità. Al tempo stesso ha implementato le progettualità e le imprese ad alto valore socio-economico. Aziende che hanno cambiato rotta o accelerato la velocità di crociera, proprio per rispondere a bisogni reali della cittadinanza in tempi brevi, sempre con etica e spirito imprenditoriale “illuminato”.
E’ il caso del Distretto Diffuso, che ha riunito aziende e lavoratori messi in difficoltà dalla pandemia e prototipato e prodotto le Social Mask, le mascherine lavabili e certificate realizzate unendo innovazione di processo e di prodotto con l’inclusione sociale e la solidarietà.
Una storia “in rete”
Il Distretto Diffuso nasce un anno fa, in piena pandemia, con lo scopo di produrre mascherine sostenibili e lavabili fino a 10 volte. Un’idea di impresa innovativa, non soltanto per la sostenibilità ambientale e per la rapida risposta a un bisogno concreto e urgente di mascherine efficaci per la popolazione italiana, anche per la “conformazione diffusa” che da subito è stata la miglior scelta produttiva applicabile. Ogni nodo del Distretto - già specializzato in lavorazioni specifiche - ha creato valore aggiunto a questa impresa, portando poi al risultato finale di un prodotto sicuro, sostenibile ed etico a livello sociale ed economico.
La “testa” di questo Distretto Diffuso, a garanzia di qualità e dei principi etici e sociali sulla quale è fondato, è la startup benefit Next Social Commerce. Nata nel 2019 dalla rete di NeXt Nuova Economia per Tutti, la giovani impresa sviluppa, connette e coordina modelli di produzione e consumo sostenibili, con l’obiettivo di fornire una soluzione innovativa e di comunità al problema delle imprese socialmente e ambientalmente responsabili, che non hanno risorse e know how sufficienti per gestire una piattaforma logistica e di e-commerce cooperativo o che necessitino di fare rete con altre realtà del proprio territorio.
Da marzo 2020, NeXt ha iniziato a coinvolgere imprese e artigiani del settore tessile. “Molte erano già in difficoltà - racconta Luca Raffaele, presidente di Next Social Commerce srl società benefit e coordinatore nazionale del progetto - con una prima ricognizione ne abbiamo mappate più di 100 e poi selezionate 36 per capire quali fossero le più coerenti dal punto di vista sociale e ambientale. Non volevamo solo aiutarle a riconvertirsi, ma anche metterle insieme in un progetto più grande, partendo da un bene comune come le mascherine di cui avevamo tutti bisogno. È nato così il primo modello di Distretto Diffusoin Italia, un nuovo sistema produttivo che unisce le competenze e i saperi di aziende e lavoratori di territori diversi e permette la nascita di prodotti eco-sostenibili e che fanno dell’inclusione un pilastro”. L’ostinazione di Next e delle imprese coinvolte è stata forte. “Alla creazione del prodotto abbiamo dedicato i primi tre mesi di lavoro - aggiunge Raffaele -. Ci sono voluti molti tentativi, perché non era facile realizzare mascherine chirurgiche, che mantenessero dopo diversi lavaggi gli standard di protezione e filtrazione richiesti. Ma ci siamo riusciti e abbiamo ottenuto tutte le approvazioni da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e anche la certificazione di conformità UNI EN 14683:2019 e il marchio CE a ulteriore garanzia. A quel punto eravamo pronti a partire”.
La mascherina di cotone di tipo 2R del Distretto Produttivo - realizzata con un mix di tre strati, che permette di mantenere il livello di utilizzabilità fino a 10 lavaggi e costruita interamente con prodotti italiani - è pronta per essere prodotta su larga scala! Sono stati così coinvolti oltre 100 lavoratori, tra cui 22 disabili fisici e mentali e altre 17 in situazioni di fragilità; 35 lavoratori erano al loro primo impiego.
Il futuro del Distretto
Mettendo in moto una buona pratica che genera e rigenera persone e processi produttivi, la storia del Distretto non può fermarsi qui!
“Le attività - dichiara Raffaele - proseguiranno con altre progettualità da attivare. La nostra è una società benefit e gli utili di questa attività verranno adesso dedicati all’ampliamento del progetto e alla realizzazione di un piano industriale, che permetterà di coinvolgere nuove cooperative e imprese sociali all’interno del Distretto Diffuso e la creazione di altri prodotti tessili tecnico-sanitari capaci ancora di unire alta qualità e sostenibilità sociale e ambientale. La nostra ambizione adesso - conclude Luca Raffaele - è quella di proseguire con la realizzazione di camici e mascherine FFP2, che abbiamo già testato. Così potremo garantire la tutela dei posti di lavoro creati e farli crescere, dimostrando che possono avere mercato prodotti di qualità ecologici da filiere sociali, anche in campo sanitario”.
A cura di Next Nuova Economia
Comments