«Starsene con le mani in mano è molto difficile, non sai mai quando si smette di non fare niente». Leslie Nielsen
- benedetta cosmi
- 16 feb
- Tempo di lettura: 1 min
di Benedetta Cosmi
«PROGRAMMARE IL PROPRIO TEMPO LIBERO ASSOMIGLIA SEMPRE PIÙ A UN LAVORO
E non è solo una tua impressione», questo in sintesi su Instagram un articolo che ha toccato le mie corde questo fine settimana.
Riporta: «oggi si parla di “cronopenia”: la sensazione di sentirsi “poveri di tempo” e, secondo un articolo di Domani, il 41% degli italiani dichiara che per essere più felici bisognerebbe avere più tempo libero per sè».
E se, invece, quello che sta accadendo fosse diametralmente opposto?
Abbiamo bisogno di meno tempo libero.
Pensate a quanto ne hanno improvvisamente avuto le persone nel lockdown da cui non ci siamo più ripresi come società e coppie.
Pensate a quanto, i prepensionati.
Pensate a quanto tempo libero i disoccupati.
I NEET.
Gli inattivi, poi.
I depressi.
I giovani che al posto di un ambiente di lavoro chiedono smart, come conseguenza del valore bruciato.
L'impressione di avere bisogno di più tempo è lo specchio del fatto di averne avuto improvvisamente troppo. Credetemi.
Questo eccesso di tempo libero ha portato all'overtourism - per esempio - con il primo «sciopero» dei cittadini a Napoli.
L'ozio c'è sempre stato. Ma è tutta un'altra cosa.
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