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Storia gentile dall’Abruzzo

La gita scolastica


Chi non ricorda, anche a distanza di anni, l’emozione provata da bambini prima della gita scolastica? Si organizzavano per settimane i posti a sedere sul pullman, i passatempi per il viaggio, il pranzo al sacco… Si passava la notte precedente senza dormire, per la paura di non svegliarsi in tempo per la partenza. E poi c’era il pallone, che qualcuno riusciva sempre a cacciare di nascosto in uno zaino, perché si sa, tutte le gite terminano in un prato dove correre e giocare in libertà. Ecco, questo sarà stato anche lo spirito di quei bambini di una classe quarta di un Istituto Comprensivo di Trasacco in provincia de L’ Aquila, la mattina in cui sono partiti per la loro tanto attesa gita a Roma.

La giornata inizia bene: dopo aver visitato la mostra di Van Gogh a Palazzo Bonaparte, gli alunni risalgono sul pullman che li porterà a vedere un’altra zona della città. Arrivati a destinazione però l’autista comunica che si è rotta la pedana interna del bus. Gli adulti cercano di risolvere il problema, ma purtroppo non ci riescono. L’unica soluzione è scendere dal pullman e incamminarsi verso la prima meta programmata. Tutti lo possono fare, tranne un bambino, che per spostarsi ha bisogno della sedia a rotelle e quindi che la pedana entri in funzione ad ogni tappa prevista. È a questo punto che succede qualcosa di incredibile: questi ragazzini di nove anni, decidono che non lasceranno il loro compagno da solo sul pullman e che se lui non potrà scendere, non scenderanno nemmeno loro.

Così, senza nessuna esitazione, rinunciano alla loro gita e rientrano prima del previsto a scuola.

“Tutti per uno, uno per tutti” ci immaginiamo abbiano urlato in coro felici sul pullman durante il viaggio di ritorno, senza nemmeno rendersi conto del grande esempio di bontà e gentilezza che stavano donando a tutti noi che siamo venuti a conoscere questa vicenda.


A cura di Paola Zanni dello staff TGB

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