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Maurizio Braggion

Un'ipotesi di riforma delle superiori sul modello dei migliori sistemi educativi internazionali





Una buona ricetta per una scuola superiore migliore, che si ispiri ad esempi virtuosi in campo educativo di Paesi come Finlandia e Canada, è quella della vicepresidente di the Bright Side, la giornalista economica e scrittrice Benedetta Gaia Cosmi, Segretario generale del Comitato Scientifico dell' Osservatorio per le Politiche Educative Eurispes , nonché grande esperta sulle tematiche del lavoro e del capitale umano.


Ecco cosa ha scritto a riguardo sul suo volume, "Il Bene Comune. Dove spingere lo sguardo della Politica", Armando Editore , già nostro libro dell'anno.


Scuola, innovazione pp.34 e 35


"Si può lavorare a un sistema scolastico europeo, che accolga le esperienze migliori dei diversi paesi dell'unione? Questo è il momento. Chiedo a chi rappresenta il mondo degli insegnanti, Lena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola: "I vostri docenti sarebbero pronti a passare da una scuola divisa in classi e indirizzi a un istituto nei quali siano gli studenti a determinare le proprie materie facoltative come succede in Finlandia, Canada, etc.?". "Sì, perché non penso vi sarebbero obiezioni di principio a superare l'attuale rigidità dei corsi di studio, del resto nella scuola italiana non sono mai mancati esempi di sperimentazione condotti con serietà e competenza. Certo per realizzare modelli di percorso più aperti e flessibili servono prima di tutto un'adeguata dotazione di strutture e opportunità di relazioni tra la scuola e il contesto in cui agisce: la libertà dello studente di determinare autonomamente i suoi percorsi, fuori da suggestioni spontaneiste, non è il punto di partenza. casomai il punto di approdo di un modello di organizzazione in cui l'esercizio di tale libertà' va comunque orientato e assecondato, perché si traduca veramente in una realizzazione ottimale delle potenzialità di ciascuno". Come dice Roberto Maragliano "Il fatto è che la nostra scuola da sempre è tagliata in due: una componente prevalentemente educativa coincidente con la primaria e parte della media, e una componente prevalentemente istruttiva coincidente con l'altra anima della media e con la secondaria superiore". Ci sono studenti e docenti che non vedono l'ora di cambiare ma bisogna sapere in che direzione. Noi lo sappiamo. Basta quindi con una scuola dai tanti indirizzi e il poco orientamento, con percorsi scolastici ingessati e quindi dannosi anche per le aziende. Si vede analizzando l'offerta di lavoro riservata nel nostro Paese ai giovani. Chi lo dice che sia giusto separare nettamente il percorso umanistico da quello economico? Cosi come la televisione generalista sembra aver fatto il suo corso e sempre più i canali tematici prendono piede, alla stessa maniera va abbandonata l'idea di una scuola che non lasci la possibilità di scegliere i propri percorsi.


Rivoluzionare gli orari di ingresso: aggiungere i momenti di recupero, analisi e ricerca, teatro e conferenze, fare quindi di quelle tante esperienze fondamentali inventate in questi anni l'essenza della scuola, non considerandole più secondarie, accessorie, bensi imprescindibili, fondamentali per la formazione dell'individuo, per lo sviluppo del carattere e del senso civico, che non possono restare obiettivi latenti . Il Presidente della Repubblica Mattarella ha ricordato "Ancora troppi studenti lasciano precocemente la scuola senza completare il ciclo di istruzione. È questa una grave menomazione della vita sociale che penalizza soprattutto il Mezzogiorno. Il tasso di abbandono scolastico è alto e va decisamente ridotto". Con un ascensore sociale che non esiste più, o meglio, non fa più fermate ai piani. Ma si ferma quando capita, e così chi riesce a salire viene investito dalle invettive di chi fa le scale. Serve fare i conti con il passato e creare una grande sfida educativa per giovani e adulti".


Maurizio Braggion







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