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Immagine del redattoreNicoló Santini

Eroina di Rwanda

Zura Karuhimbi ha rifiutato premi in denaro.

L’unica cosa che ha chiesto è che la sua storia venisse raccontata e diffusa il più possibile, per far capire a tutti che si può fare il bene anche quando il male è dappertutto.

E di male Zura Karuhimbi ne ha visto tanto, ha conosciuto il buio dell’animo umano, ma non si è mai lasciata travolgere dalla ferocia anzi, ha trovato la forza di reagire.

Non si sa quando sia nata esattamente. Chi dice il 1915, chi dice il 1925. Quello che è certo è che è nata in Rwanda, nel villaggio di Musamo, da una famiglia di guaritori Hutu, e anche lei giovanissima divenne una guaritrice, esperta di erbe medicinali e rimedi tradizionali.

Già durante i feroci scontri etnici che funestarono il paese negli anni sessanta, Zura Karuhimbi salvò un bambino facendolo passare per femmina, dato che all’epoca gli Hutu uccidevano solo i bambini maschi. La leggenda vuole che questo bambino fosse Paul Kagame, che diventerà presidente del Rwanda nel 2000.

Ma è durante il genocidio del 1994 che Zura Karuhimbi, ormai anziana e vedova, organizzò una vera e propria rete di salvataggio non solo per Tutsi, ma anche per Hutu dissidenti, altri gruppi etnici minoritari, nonché per alcuni europei. Nascondeva tutti nella sua piccola casa: sotto il letto, in un’intercapedine sul tetto e in buche appositamente scavate nei campi. Salvò bambini che trovava ancora aggrappati ai corpi dei loro genitori barbaramente uccisi.

Certo, come poteva pensare, una signora ormai di mezza età, vedova e senza aiuti, di fronteggiare le perquisizioni delle feroci milizie Hutu a caccia di Tutsi da massacrare? Non aveva molte armi a disposizioni, se non la sua intelligenza.

Così decise di sfruttare la sua fama di guaritrice (e la superstizione dei soldati!) per trasformarsi in una sorta di “stregona”. Si dipingeva il volto con colori sgargianti, indossava bracciali vistosi e rumorosi, e a quegli uomini armati di machete che le intimavano di consegnare i rifugiati, spiegava che se avessero ucciso anche solo uno di loro sarebbero sicuramente morti.

Come ulteriore effetto speciale si spalmava il corpo con piante urticanti, in modo che i soldati solo sfiorandola, avessero prova della sua stregoneria.

Quindi i miliziani superstiziosi e spaventati scappavano via, messi in fuga dall’arguzia di una piccola signora anziana. E così lei riuscì a salvare un centinaio di persone.

Zura Karuhimbi ha sempre dichiarato di non essere mai stata una stregona, di essere di religione cristiana, e di aver semplicemente cercato un modo per salvare le persone, sfruttando la superstizione e superficialità dei soldati.

Nel 2006 il Presidente Paul Kagame le ha conferito un’importante onorificenza.

Nel 2018 Zura Karuhimbi è morta in povertà, nella stessa casa dove aveva nascosto e salvato centinaia di vite.

Ma il suo messaggio rimarrà per sempre: “Se vuoi dare amore, inizia dal tuo vicino”.

Noi però continuiamo a raccontare la sua storia. E a raccontarla ancora, e di nuovo.

Perché il bene è contagioso. E va raccontato il più possibile!

a cura della farfalla della gentilezza


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