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La felicità va diffusa!

Un proverbio tibetano dice che cercare la felicità fuori di noi è come aspettare il sorgere del sole in una grotta rivolta a nord.


E quindi forse noi che siamo così fortunati ad essere nati dalla parte giusta del mondo, quello senza guerre, senza carestie, senza siccità, dittature o altro, uno sforzo in più per trovare la felicità dentro di noi dovremmo farlo.


Perché la felicità è preziosa quanto rara, e per questo va protetta, messa al sicuro, magari in un museo.

Ecco, un museo della felicità. Chissà cosa hanno pensato i ricercatori del Happyness Research Institut di Copenaghen quando pochi mesi fa hanno inaugurato il Lykkemuseet, “Museo della felicità” in piena pandemia, in un momento che potremmo definire in generale un po’ avaro di felicità. Ma forse proprio per questo è opportuno ricordarci che la felicità può esserci anche nelle circostanze più inaspettate, nelle piccole cose, nelle sfumature della quotidianità.

Un piccolo museo sulle cose grandi della vita, per viaggiare attraverso le emozioni. Per studiare la geografia della felicità, per capire quali sono i paesi più felici al mondo, ma anche la storia della felicità, per capire come è cambiata la percezione della felicità nel corso del tempo. E poi la filosofia, per capire perché ci sono persone più portate alla felicità, a prescindere dal contesto socio economico e culturale. E poi la scienza, per riconoscere i sorrisi veri da quelli di circostanza.

Un percorso multimediale in un piccolo museo per imparare a essere felici.

Perché è vero che la felicità capita, ma è anche una scelta di vita, e una persona felice rende il mondo un po’ migliore.

Per questo la felicità va diffusa, proprio come la gentilezza!


A cura del La Farfalla della gentilezza




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