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Le famiglie e la scuola

La cosa che mi preoccupa ultimamente è che incontro molte scuole, ma non tutte ovviamente. Per esempio come genitore sono quasi assente nella scuola della mia bambina. Perché per me la scuola è principalmente di altri soggetti, non è dei genitori. Ovvero, se ci fossero momenti insieme sarebbe anche un'idea interessante ma la lobby dei genitori non mi fa impazzire. Credo nella rappresentanza studentesca, ma insomma come genitore tendo a essere schivo, minimalista. Addirittura quando mi vedono le maestre "mi fanno la festa", anche se sa più di rimprovero neanche troppo velato, da stupore. Non sanno che forma di rispetto. Evito di parlare come genitore di modelli culturali ed educativi. Me ne occupo per lavoro. Ma loro lo vivrebbero come ennesimo genitore che vuole dirgli cosa fare. E io non lo farò. Da studente, assolutamente, l'ho fatto. Da giornalista, assolutamente l'ho fatto, ecc. Da genitore non lo farò. Soffro, abbastanza in silenzio.


Mentre tutte le scuole di The Bright Side stanno utilizzando Il Bene comune come libro, e stanno facendo i tg, con i bambini come reporter, cronisti, ogni tanto faccio sentire qualcosa a mia figlia. Spero che il desiderio vinca, che in qualche modo arrivi anche nella sua classe. L'onda lunga dei buoni esempi.


Buona festa della mamma. Non vorrei mai essere ingombrante. Ma forse non c'è rischio, se non mi conoscono per i libri, direbbero che della scuola non mi interesso.


Le apparenze ingannano. Le nostre timidezze unite al grande amore giocano brutti scherzi di percezione.


Ad amare del resto la scuola non insegna e le famiglie, quando ci sono, non sono una scuola.


A un convegno nelle terre confiscate alla mafia, in cui si produceva ottimo olio, fui ospite come presidente provinciale degli studenti. E strappai così tanti applausi leggendo una frase che diceva: "non potendo salvare tutte le famiglie, salviamo la scuola".


Benedetta Cosmi


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