top of page

Oltre ai capelli c’è di più

Questa è una delle storie gentili raccolte nel nostro Annuario delle storie gentili italiane 2024 che è possibile scaricare gratuitamente cliccando il seguente link: https://www.canva.com/design/DAGVgRsVcZo/Mht8qK3GFYWZz9f84l3Hzg/edit?utm_content=DAGVgRsVcZo&utm_campaign=designshare&utm_medium=link2&utm_source=sharebutton


La signora Egle, tutti i giovedì, cascasse il mondo, si reca da Tatiana, la sua parrucchiera.

Egle è un’arzilla signora di novantacinque anni, elegante e dai capelli bianchi, bellissimi. I suoi modi sono garbati e gentili, le parole pacate e misurate. Dimostra una grande saggezza, propria di chi ha lavorato tanto e vissuto intensamente sia le gioie che i dolori.

Egle non ha avuto figli ed è rimasta vedeva a cinquantaquattro anni. Ci sono delle nipoti che le vogliono bene, ma questa signora che ha gestito un’officina con più di trenta operai in anni in cui erano davvero poche le donne che lavoravano, figuriamoci se inizia a novant’anni a rinunciare alla sua autonomia e indipendenza.


Un giovedì di gennaio di qualche anno fa però, la signora si presenta in negozio con fare arrabbiato: dice che fa davvero troppa fatica ad arrivare sin lì a piedi. Tatiana, per ragioni economiche ha infatti spostato la sua attività poco distante da dov’era prima, ma per chi ha problemi alle gambe la distanza sembra davvero infinita.

Tatiana ascolta con attenzione Egle: per lei quella signora non è più una semplice cliente, ma è una confidente, un’amica più grande, che le racconta storie di un passato che ormai sembra lontanissimo e che la ascolta donandole consigli equilibrati e di buon senso.


Tatiana è una persona gentile, per questo prima di proporle soluzioni, cerca di capire quale sia la reale volontà della signora: magari Egle desidera cambiare parrucchiera e se quello è solo un modo educato di comunicarlo, lei non vuole certo metterla in difficoltà.

Appurato che il suo desiderio è continuare a frequentare il suo negozio, Tatiana non ci pensa un attimo a dirle: “Non si preoccupi, la vengo a prendere io e poi lei tornerà a casa da sola”.

L’accordo funziona bene: Tatiana ha persino calcolato i tempi che Egle impiegherà a scendere in strada e la avverte per tempo. Egle dal canto suo non la fa attendere un minuto.

Così Tatiana è andata a prendere Egle in Viale Monza a Milano, tutti i giovedì mattina alle 8,45 per più di un anno, partendo da un paesino in provincia di Lodi, sfidando traffico, gelo e nebbia.


Poi succede qualcosa che nessuno mai si sarebbe immaginato e che a ricordare, ancora oggi si stenta a credere sia realmente accaduto: la pandemia di Covid-19. Tatiana sa che Egle è una persona a rischio, che non può permettersi di subire un contagio. Pensate che per questo abbia smesso di andarla a prendere? Neanche per idea. Semplicemente, quando termina di acconciarle i capelli, la riaccompagna a casa in macchina, lasciando sola in negozio la sua collaboratrice.

Terminata l’emergenza sanitaria, Tatiana continua ad accompagnare a casa Egle, che nonostante lo spirito fresco ed energico, comincia a manifestare qualche acciacco.


Un giorno la signora Egle si sente male e viene ricoverata in ospedale: il suo primo pensiero è di avvisare Tatiana di non passare a prenderla. La prima reazione di Tatiana è quella di andarla a trovare per accertarsi del suo stato di salute. La sua visita e il suo atteggiamento sono così solerti che i medici la scambiano per una parente! Tatiana è rimasta in contatto con lei per tutto il periodo della degenza in ospedale.


Dopo alcuni mesi, la signora Egle finalmente è tornata a casa e Tatiana ha ricominciato ad andare a prenderla a casa per portarla in negozio a fare la piega ai capelli.

Le cose non sono però esattamente come prima: ora la signora Egle ha bisogno di una badante che l’assista e Tatiana è spesso sola in negozio perché la sua collaboratrice aspetta un bambino.

Una cosa però è rimasta uguale: Tatiana ha ricominciato a passarla a prendere a casa e così ogni giovedì, cascasse il mondo, Egle, può avere i capelli in ordine!


P.S. quando sono venuta a conoscere questa storia, ho chiesto a Tatiana perché lo facesse. Lei mi ha risposto: “Non lo so, anzi, aiutami tu a trovare la risposta”.

Mi dispiace Tatiana, non ho una risposta da darti, ma posso dirti che tutte le persone gentili che ho conosciuto, sono esattamente come te: fanno del bene senza nemmeno rendersi conto, a prescindere dalle difficoltà e dagli ostacoli

che possono incontrare.

La gentilezza fa parte della loro natura: a noi non resta che seguirne l’esempio.


ree

Commenti


bottom of page