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Un pezzo per uno

Questa è una delle storie gentili raccolte nel nostro Annuario delle storie gentili italiane 2024 che è possibile scaricare gratuitamente cliccando il seguente link: https://www.canva.com/design/DAGVgRsVcZo/Mht8qK3GFYWZz9f84l3Hzg/edit?utm_content=DAGVgRsVcZo&utm_campaign=designshare&utm_medium=link2&utm_source=sharebutton


Ci sono luoghi dove il tempo sembra scorrere diversamente. Il Rifugio Semenza, incastonato a 2.020 metri nelle Prealpi Venete, è uno di quei luoghi. La montagna è solitudine, fatica, resistenza. Ma, a volte, sa anche sorprendere, raccontando storie di meravigliosa gentilezza.


Nadia Benetti e suo marito Franco Perlotto, gestori di quel rifugio immerso tra le nuvole, lo sanno bene. Di recente, mentre il vento sferzava forte e il maltempo rendeva impossibile ogni collegamento con il fondovalle, si sono trovati in una situazione delicata. I viveri scarseggiavano e, cosa ancor più grave per chi vive e lavora a quelle altitudini, la legna per scaldarsi era quasi finita.


Purtroppo, a causa del forte vento, l’elicottero che avrebbe dovuto portare i rifornimenti, non poteva decollare. Per questo, Nadia e Franco hanno deciso di lanciare un appello agli “amici del rifugio”, condividendo un post sui social: “L’elicottero non può raggiungerci e scarseggia la legna. A Col Indes c’è un saccone pieno. Se passate e ne portate anche un solo pezzo sarebbe il top: grazie. Insomma, chi si trovasse in zona e avesse voglia di dare una mano potrà farlo anche solo portando un piccolo pezzo di legna, che sarà

sicuramente d’aiuto in un momento come questo.”


Quella richiesta non era una preghiera disperata, ma un semplice appello, lanciato nel vento della rete. Nadia e Franco sapevano di poter contare su chi ama la montagna, ma non immaginavano quanto forte sarebbe stata la risposta.

Nessuno era obbligato a farlo, eppure in molti hanno risposto. A piedi, con zaini pesanti carichi di viveri e di solidarietà. Uno zaino alla volta, un pezzo di legna per volta. C’è chi ha portato pasta, chi formaggio, chi bombole di gas. E poi tanta, tantissima legna, quella che i rifugisti temevano di non vedere più.


“Impossibile ringraziare ognuno”, hanno scritto poco dopo Nadia e Franco. “Tante persone hanno chiamato ieri e sono arrivate oggi, cariche di tutto quello che potevano portare. Non è una sorpresa: il popolo delle montagne sa essere generoso, solidale e con un grande cuore.”


In quel “un piccolo pezzo per uno” c’è racchiuso qualcosa di molto più grande. Non è solo legna, non sono solo viveri. È una rete invisibile di mani tese, di gesti piccoli che insieme

costruiscono qualcosa di straordinario. Perché la montagna è severa, sì, ma sa anche donare. E in certi giorni ti fa capire che non importa quanto in alto tu ti trovi: non sarai mai davvero solo se qualcuno, con discrezione e semplicità, è disposto a portare un pezzo di legna per te.


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