Quale è il tuo eroe o modello positivo e perché?
Non ho eroi ma modelli positivi. Le persone che guardo con più ammirazione sono quelle che, pur vivendo in un contesto svantaggiato o semplicemente essendo “come tante”, riescono a realizzare un cambiamento, grande o piccolo che sia, nella direzione di un miglioramento delle condizioni di altre persone o di un’intera comunità. A loro modo, fanno qualcosa di straordinario. Alcune di queste persone diventano note perché in qualche maniera la loro esperienza fa emergere meglio, agli occhi dell’opinione pubblica, l’impegno e il bagaglio di valori, ma lo stesso impegno e i medesimi valori appartengono a tantissimi altri “invisibili”. Per me ad esempio, che provengo da un’associazione ambientalista, è un modello positivo Greta Thunberg come tutti i giovani che non si arrendono a vivere su un pianeta maltrattato dall’uomo e manifestano, chiedendo politiche e un modello di sviluppo diversi. Tutti coloro che riescono a far emergere il lato migliore dell’umanità, attraverso l’arte, l’impegno sociale o anche istituzionale, sono assolutamente esempi da seguire.
Quale notizia positiva italiana degli ultimi sei mesi ti ha colpito di più e perché?
Mi ha colpito il grande successo che ha avuto il film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi. La regista e attrice, che stimo moltissimo, è riuscita nell’impresa spesso ardua di portare all’attenzione di un pubblico di massa un tema importante, complesso, delicato come la violenza di genere, trattandolo in un modo decisamente non scontato, e legandolo strettamente al tema della democrazia e della cittadinanza. La notizia positiva che leggo dietro questo successo è che, in un momento di crisi democratica come quella che stiamo attraversando, le persone si sono sentite toccate e coinvolte nel racconto di “C’è ancora domani”: segno che il senso di cittadinanza e lo spirito di partecipazione non è del tutto sopito in questo Paese, anzi. Forse necessita di forme diverse con cui esprimersi, ma c’è.
Quale notizia positiva internazionale degli ultimi sei mesi ti ha colpito di più e perché?
Recentemente è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo, nata dall’iniziativa dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki e impegnata per un mondo libero dalle armi nucleari. E’ un segnale positivo in un periodo storico davvero drammatico dal punto di vista internazionale. È una scelta che valorizza anche la partecipazione delle persone alla vita sociale e politica attraverso forme associative, il ruolo della società civile nella promozione della pace, che in questo caso passa attraverso terribili testimonianze di guerra. L’auspicio è che l’esempio di realtà come Nihon Hidankyo ispiri tutta la politica verso azioni concrete per il disarmo nucleare.
Se tu fossi il Direttore di un TG o di un giornale quanto spazio daresti al racconto delle notizie positive e perché?
Ne darei senz’altro molto di più, pur senza minimizzare la portata di grandi fenomeni drammatici che purtroppo caratterizzano quest’epoca, a partire dalle guerre. Ritengo fondamentale che l’informazione dedichi spazio ai buoni esempi, alle pratiche virtuose, alle storie di solidarietà, non solo perché in parte ci “rincuorano” sul fatto che non tutto attorno a noi è buio, ma soprattutto perché aumentano la fiducia in noi stessi e nel prossimo. Allo stesso tempo investirei nell’informazione di approfondimento, per aiutare le persone a comprendere fatti e fenomeni, perché quando le questioni si conoscono, si sviluppa consapevolezza che aiuta a elaborare e reagire, fugando paure e impotenza.
Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore e Vice Presidente di Legambiente
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