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La storia di Thurgood Marshall

Quando gli fu impedito di entrare all’università del Maryland, Thurgood Marshall non si scoraggiò. Avrebbe insistito: prima o poi avrebbe trovato un’università disposta ad aprirgli le porte.

E fece bene a non perdere le speranze, perché riuscì a entrare all’università di Howard, a Washington, a laurearsi in legge nel 1933, e a citare in giudizio l’Università del Maryland per discriminazione.

Perché il motivo per cui non era stato accettato era il colore della pelle. E il motivo per cui era riuscito a entrare a Howard è che era un’università per neri.

Thurgood Marshall divenne avvocato, determinato e imbattibile: vinse quasi tutti i casi che portò davanti alla Corte Suprema, soprattutto il celebre Brown v. Board of Education, che finalmente sconfessò la dottrina della segregazione razziale nelle scuole pubbliche.

E poi, il 2 ottobre del 1967, Thurgood Marshall entrò nella storia, diventando il primo nero a essere nominato Giudice della Corte Suprema statunitense. Laico, fermamente contrario alla pena di morte, fautore dei diritti umani e del principio di uguaglianza, credeva nel diritto come strumento di libertà.

Morto nel 1993, ancora oggi è ricordato come uno dei più importanti giuristi americani.

Non male per quel giovane ragazzo idealista, respinto dall’università solo per il colore della sua pelle.


A cura della farfalla della gentilezza


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